Karl Ritter von Frish

40 anni fa, il 12 giugno 1982, moriva a 94 anni a Monaco di Baviera Karl Ritter von Frisch. Nato a Vienna il 20 novembre 1886 è celebrato, nell’ambito dell’etologia, la disciplina che studia il comportamento animale, come chi per primo è riuscito a decrittare il linguaggio delle api, quell’articolato sistema di comunicazione che questi insetti sociali usano per comunicare la posizione del cibo in prossimità dell’alveare. Il sistema non è ne sonoro, ne odoroso (se non in piccola parte), ne visivo, ma simbolico, attraverso una danza: una circolare e frenetica, nel caso di fonti di cibo molto vicine all’alveare, e una più complessa, che copriva un percorso “a otto” ripetuto più volte, per approvvigionamenti a distanza maggiore, basata sulla posizione del sole. Il sistema era estremamente complesso e in grado di fornire informazioni dettagliate sia sulla direzione sia sulla distanza del luogo di rifornimento. La scoperta, avvenuta gradualmente dopo decenni di ricerche, fu accompagnata ad altre di straordinaria importanza. Von Frisch fu il primo a intuire come le api fossero in grado di riconoscere i colori (effettuando semplici esperimenti con piattini trasparenti pieni di acqua zuccherata, sovrapposti a foglietti colorati e foglietti grigi, che le api sapevano distinguere) e di percepire la luce polarizzata, abilità fondamentale per le api per potersi orientare nelle giornate nuvolose. Ma solo in tarda età, a 87 anni, arrivò il Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 1973, assieme ad altri due padri dell’etologia, i ben più celebri Konrad Lorenz e Nikolas Tinbergen. Von Frisch si dedicò, non senza successo, saltuariamente anche alla divulgazione scientifica e alla poesia. Alfonso Lucifredi in https://rivistanatura.com/karl-von-frisch-le-api-nazismo/, da cui queste note hanno ampiamente attinto, ricorda come Von Frish si schierò apertamente contro il regime nazista. Il tema è stato ripreso anche da Anna Pancaldi https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2020/05/Karl-von-Frisch-e-le-sue-api-b951d20c-e729-4a05-bf48-2617786a55e4.html. Accusato di essere di origine ebraica (un nonno lo era), corse il pericolo di perdere la cattedra universitaria. Rischio rientrato perché Von Frish era uno dei massimi esperti mondiali nella lotta al nosema apis, un parassita delle api che stava seriamente compromettendo il patrimonio apistico tedesco e austriaco. Si schierò poi apertamente in difesa dei suoi colleghi quando Hitler conquistò la Polonia e 183 professori dell’università di Cracovia vennero arrestati e deportati a Dachau, perché di origini ebraiche. Von Frisch con alcuni colleghi tedeschi e austriaci, ma anche con il contributo di tanti accademici del resto del mondo, riuscì a far liberare i suoi colleghi polacchi, fra cui l’amico Roman J. Wojtusiak, con il quale aveva collaborato a suo tempo. Benedetto Croce recensendo la prima edizione delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci scrisse che quest’opera gli apparteneva: “per la reverenza e l’affetto che si provano per tutti coloro che tennero alta la dignità dell’uomo e accettarono pericoli e persecuzioni e sofferenze e morte per un ideale”. Karl Von Frish era certamente uno di questi uomini. Luigi Manias