Il mondo complicato

L’immarcescibile Antonio Gramsci ci soccorre con la frase esemplare: “il mondo grande, terribile e complicato”, alla cui suggestione non si è sottratto neanche Adriano Sofri, che ha cercato di spiegarne l’origine. https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2020/12/03/news/gramsci-kipling-e-il-mistero-della-citazione-del-mondo-grande-e-terribile–1499816/ Sulle complicazioni o complessità dell’Atropocene ne parla Giuseppe Barbera in una bella intervista su Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura : Agroalimentare per un futuro basato su un’economia ecologica e innovativa Fra i tanti motivi d’interesse alcuni passi non possono suscitare, o quantomeno dovrebbero data la loro quasi ovvietà, che un consenso generalizzato. Sulle nostre responsabilità: «La nostra intelligenza di Homo Sapiens Sapiens, con i grandi risultati raggiunti sul piano culturale, ci dà una grande responsabilità. Sulla base di questo fatto storico-sociale, frutto di raffinato adattamento all’ambiente in maniera diacronica, dobbiamo anche farci carico di tutti i disastri che abbiamo combinato.” Sul mondo grande, terribile e complicato: ” Noi non dobbiamo semplificare, non miriamo a questo, dobbiamo prendere atto che siamo in un sistema complesso, dove la complessità è il tema che dobbiamo affrontare, il paesaggio è il terreno attraverso il quale la complessità si mostra e attraverso il quale il tema della complessità può essere affrontato. Occorre una visione di ampio respiro e una metodologia multidisciplinare e interdisciplinare». Sulla crescita: “Dobbiamo abbandonare la parola ‘crescita’ in senso classico, cumulativo, perché non dobbiamo crescere quantitativamente, dobbiamo svilupparci qualitativamente e con sostenibilità. È la grande sfida che abbiamo di fronte». “ E, come si diceva un tempo, sui lavoro dei campi: «Se noi smettessimo di avere l’idea che l’agricoltura è un settore che mira soltanto alla produzione, che i risultati dell’agricoltura non si misurano in quintali, in litri o in euro ma si misurano in equilibri ambientali, in valori culturali, allora daremmo a questi temi un ruolo ben maggiore di quello attuale.” Come diceva una memorabile reclame “Meditate gente, meditate.” Luigi Manias