Richiamata nell’immagine una generosissima titolazione nella carta di guardia di una bella monografia di Maurizio Pallante su I Tallone, edita da Scheiwiller. Un imprimatur dedicatorio autografo solenne, concessami esattamente 33 (numero evocativo) anni fa dall’intero staff editoriale di Casa Tallone; che da chi scrive non può essere ricusata, come vorrei fare con ferma decisione, data la benevolenza e l’autorevolezza del concedente. E’ vero, mi riconosco in alcune fisime da bibliofilo fra le più consuete e forse viete. Ad esempio la tenace resistenza – che condivido con una autore talloniano fondativo quale fu Gianfranco Contini – a tagliare le pagine di un libro intonso. Tuttavia per me il libro tipografico è, sopratutto, utile pretesto per lo studio di alcuni suoi aspetti paratestuali. Coloro che mi hanno permesso di approfondire alcuni temi sono stati proprio i Tallone, sollecitandomi a intraprendere stimolanti percorsi di ricerca e onorandomi della dignità di stampa nelle loro sontuose edizioni. Riesumando le prime mie moleste lettere inizialmente a Bianca Bianconi, moglie di Alberto, poi al figlio Enrico, che formano ora un compendioso carteggio, rivelavo già interessi che con il tempo si sarebbero consolidati. Oggetto preferenziale di indagine, sin dagli esordi: su paperi, in lingua campidanese, la carta in dialetto toscano (ascendenza diretta al latino charta e greco chàrtes). Proseguendo in catalano paper, spagnolo papel, inglese paper, francese papier, che discendono ancora dal latino papyrus e a sua volta dal greco pápyros, parola che in origine indicava sia la pianta da cui gli Egiziani ottenevano fogli per scrivere sia il foglio stesso: «papiro» in italiano. In Sardegna la carta fu importata dalla Catalogna, dalla Spagna e dalla Liguria, dove è chiamata pappé. I tentativi di fabbricarla in loco furono coronati in tutte le epoche da clamorosi e dispendiosissmi insuccessi. Prudenzialmente e in via del tutto ipotetica si può pensare che il lemma paperi (che si differenzia da cata o carta, che in lingua sarda indica il documento) possa essere un prestito linguistico dagli areali (Liguria, Catalogna e Spagna) che con la Sardegna ebbero rapporti organici. Luigi Manias




