Nell’Epistolario I gennaio 1906 -dicembre1922 (Istituto della Enciclopedia Italiana. Roma 2009, pag. 28) Gramsci da Cagliari, dove frequenta il Liceo Dettori, il 26 novembre 1909 scrive al padre: “Ho saputo che deve venire Filippo Meloni; guarda se puoi mandarmi altri libri, e specialmente quella macchinetta per fare il caffè espress, perché ci serve molto. Invece di farcelo dare dalla padrona di casa, il caffè lo faremo noi.” Chi è Filippo Meloni? Un vicino di casa di Antonio Gramsci. Filippo avrebbe poi intrapreso la carriera militare diventando ufficiale dell’esercito. Il padre Raffaele Meloni, nato ad Abbasanta probabilmente nel 1854, sposatosi a Ghilarza nel 1884 con Giuseppina Corrias, figlia del notaio Filippo e di Maddalena Sotgiu, che avrebbe impianto una fabbrica di bibite, è commerciante di granaglie, chincaglieria e tessuti ed ha casa e bottega in via Umberto I, la strada principale di Ghilarza, dove abitano anche i Gramsci. E’ ragionevole pensare, data la vicinanza topografica, che le famiglie Gramsci e Meloni avessero rapporti, come si dice, di buon vicinato o forse di amicizia, se lo stesso Gramsci chiede al padre di affidare a Filippo la consegna di libri e macchina da caffè. Quello che propongo è un minimo frammento di una relazione interfamiliare, la cui intensità avrebbe bisogno, per essere adeguatamente suffragata, di ulteriori fonti o testimonianze. Forse il dato è più convincente della bisarcavola proposta da Alessio Vernetti. Quella di Raffaele Meloni è famiglia estesa. Composta da cinque figlie Angelina, Emma, Venturina, Maddalena e Dora e tre figli Filippo, il primo maschio che prenderà il nome dal nonno materno, Guido e infine Giovannino o Nino, il nonno di Giorgia Meloni. Dicevamo della provenienza abbasantina di Raffaele figlio di Bonaventura, a sua volta figlio di Giovanni Leonardo, quest’ultimo presente nello stato delle anime di Abbasanta nel 1842 e nel 1843, contestualmente ad altri due omonimi nuclei famigliari e ad altri quattro rilevati nello stato del 1808. E’ doveroso precisare che gli anni di nascita desunti dagli stati delle anime, dove l’età viene attribuita dal parroco che li redige andrebbe verificata, per avere la conferma certa della discendenza e, quando indicata, della data puntuale di nascita (gg/mm/aaaa), sui registri dei battesimi. Luigi Manias




